venerdì 28 marzo 2008

Lo dico o non lo dico?

Ma se dico ad alta voce che sono felice… cosa succede?
Mi si scatenano contro tutte le forze negative dell’universo, secondo la famosa legge di Murphy?
Insomma, che ci posso fare se in questo periodo mi sento come un pisello nel suo baccello? O come una brioche pocciata nel cappuccino della mattina?

Attualmente non c’è nulla che non vada. Ok, in ufficio i casini non mancano mai e i colleghi rimbambiti mi circondano, ma questo penso sia normale e comune un po’ in qualsiasi azienda.
Poi, se vogliamo essere precisi, ho anche alcune amiche un po’ sfigate… ma queste si compensano con un’unica Grande Amica, che fa per 15 e con la quale vivo in simbiosi da ormai 10 anni.

Penso che Dio mi voglia bene, perché dico le preghierine la sera da quando ho 8 anni. Quindi magari certe cose, ma soprattutto certe persone, preferisce mandarle a me piuttosto che ad altri. Non credo infatti che certi incontri nascano dal caso, anzi sono fermamente convinta che siano frutto di una cosa molto più alta e molto più potente, alla quale non si può scappare. Proprio no.

Lo dico: sono felice.

4 commenti:

Michela V. ha detto...

Ciao! Che bello essere felice! E..dirlo!La vita è fatta di attimi...e..non si misura dai respiri che facciamo..ma...dagli attimi che ci tolgono il respiro!!!I LOVE RAQS SHARQI!Con affetto, MichelaV.(Grazie per aver letto la mia "Danza Lenta")

Vale ha detto...

Massì, se si è felici perché non dirlo??? La tua felicità non toglie nulla agli altri, anzi, chi ti vuole bene si rallegra con te...
Leggere parole di serenità (anche se si sta attraversando un momento così così) non può che scaldare il cuore.

P.S. la danza mi regala felicità in ogni attimo, anche in quelli più neri.

Nina ha detto...

Ma sì bisogna dirlo che si è felici sennò poi magari quando non lo si è non lo si può dire e quindi va a finire che uno non lo dice mai! Invece può essere un buon viatico anche per gli altri...

Pancio ha detto...

Chissà...forse un giorno sarò talmente bravo da riuscire a far provare felicità ad una persona.
Magari un giorno, in un suo qualsiasi momento, mentre io starò facendo tutt'altro, una persona mi penserà un po' prima di addormentarsi, e lo vorrà fare per chiudere in bellezza la sua giornata.
Quel giorno sentirò caldino al cuore, apparentemente senza un motivo, cercherò nello specchio gli occhi di un povero ragazzo e, ancora per una volta, sorriderò.