mercoledì 16 luglio 2008

Partire è un pò morire

Io non potrei mai fare il lavoro che fa mio padre: sempre in giro per il mondo, sempre in mezzo a persone nuove, sempre circondato da individui che gli chiedono cose, sempre con il pc davanti e il cellulare all'orecchio.
A differenza sua, io ho bisogno di PACE. Tranquillità, routine, punti fermi, colonne portanti... Insomma imprevisti zero e sconvolgimenti ancora meno.
Anche le persone... che siano sempre quelle e ben conosciute (da brava Vergine).
Ogni cambiamento nella mia vita è causa di stress, poi certo, lo affronto e mi ci abituo, ma di primo acchito mi sento pervasa dall'ansia.

Fosse per me vivrei con gli stessi ritmi e gli stessi orari per anni e anni e anni, sempre così, sempre uguale. Gli stessi gesti quotidiani, le stesse cose da fare tutti i giorni... Mi dà sicurezza.

Quando ho traslocato dalla casa dove ho vissuto 28 anni a quella attuale, è possibile immaginare l'ansia nella quale ero sprofondata. Niente era al suo posto, niente era come lo era stato fino al giorno prima. Niente era più quello che conoscevo. Tutto stravolto. Tutto da fare. Mi sentivo completamente sperduta e quando, l'unica volta, mi sono fermata a pensare sono scoppiata a piangere di botto.

Anche partire per le vacanze subito mi manda un pò nel pallone: odio preparare la valigia e odio trovarmi in una situazione di "non stabilità", quella che percepisco appena arrivata in hotel o qualsiasi altra struttura. Ho bisogno di sistemare le cose, di abituarmi al nuovo posto, in modo da ritrovare una parvenza di routine. Di solito mi ci vogliono un paio di giorni, nei quali ho quasi voglia di tornare indietro, ma dopo è come se fossi a casa e quando è ora di ripartire... mi sento un pò morire. Di nuovo.