mercoledì 28 ottobre 2009

2012: catastrofe o salvezza?

Ultimamente non si parla d'altro, a tal punto che non esiste più persona al mondo che non sappia.
Sembra infatti che tutte le strade portino al fatidico 2012, alcune di esse sono catastrofiste, altre sono più ottimiste.
Poi ci sono tutte le varie smentite e quelli che urlano "alla bufala!".

Nessuno ovviamente può avere la certezza che qualcosa succederà o che non succederà un bel niente, ma se potessi scegliere io, vorrei che qualcosa succedesse.
Vorrei che qualcosa cambiasse nel mondo, nelle persone, nell'ambiente.
Vorrei che la Terra si ribellasse all'Uomo, in un estremo tentativo di salvezza.

Ci sono giorni in cui mi sento sopraffatta da tutto il male che c'è intorno a noi e in mezzo a noi. Qualche volta anche dentro di noi.
Mi sento così sopraffatta, così schiacciata da questo peso, da non avere più energie di scorta.

Ma come si fa a vedere il futuro dei nostri figli quando ci sono figli che uccidono i genitori, o genitori che uccidono i figli, o figli depravati davanti alle varie webcam, per non dire drogati o con manie suicide? Oppure stragi, attentati, paure tra le più disparate (anche del proprio vicino di casa o del proprio partner), malattie mortali, terremoti, alluvioni, cataclismi vari...

Io vorrei che nel 2012 qualcosa succedesse. Che siano gli alieni, o un meteorite, o l'allineamento dei pianeti... seriamente... non mi importa. La cosa importante sarebbe che cambiasse TUTTO, dal nostro rapporto con la natura al nostro rapporto con noi stessi e con gli altri.
Io non riesco a guardare troppo avanti, penso che di questo passo arriveremo comunque al collasso; le persone non sono lucide, stiamo perdendo la ragione. Ci vorrebbe un botto, un evento così spropositato da non poter lasciare indifferente nessuno. Un cambiamento così epocale da farci tirare il freno a mano.

Io voglio credere che qualcosa succederà, ne sento il bisogno fisico.

giovedì 22 ottobre 2009

Buio

Certi brutti ricordi, certe brutte sensazioni, non ci si scrollano mai di dosso. Ci restano attaccate come la nostra ombra, zone oscure della nostra memoria che si prendono una parte di noi per non ridarcela mai più.
Dolori che, anche a distanza di anni, si rinnovano e ci trascinano indietro con loro, facendoci rivivere ogni brivido, ogni lacrima già versata che pensavamo fosse andata per sempre.

Però poi è così bello aprire gli occhi, asciugarsi le lacrime e capire che è tutto passato, che ora non dovremo più attraversare quel buio, ma solamente guardarlo da lontano.

martedì 6 ottobre 2009

Il massimo

Il massimo della vita sarebbe arrivare ad un certo punto e potersi guardare indietro senza paure.
Senza la paura di aver perso tempo, per esempio.
Senza la paura di aver dormito sugli allori, di aver rimandato troppe cose, di non aver preso al volo alcuni treni che, sapevamo, non sarebbero mai più ripassati.

Ammiro le persone che potranno farlo.

Io di sicuro non sarò tra queste.

Arriverò ad una certa età e, se malauguratamente decidessi di guardarmi indietro, sono certa che correrei a sbattere la testa contro il muro.
Io sono la regina dei treni persi, perchè salirci sopra non è poi così facile... Vanno talmente veloci... a volte non si fermano neanche, quei disgraziati. Ti passano davanti e non vengono neanche annunciati dalla vocina all'altoparlante. Tzè.

Tutte scuse.
E' che fondamentalmente sono una vigliacca.