martedì 4 giugno 2013

Socialismo da bar

Mentre aspetto che mi portino il cappuccino, mi godo l'arietta fresca che si infila sotto al portico del bar. Da qualche anno è gestito da una famiglia cinese e ammetto che sulle prime avevo qualche pregiudizio nel farmi servire un cappuccino da un asiatico, ma con molta soddisfazione ogni pregiudizio si è presto dileguato lasciando il posto ad una timida simpatia.

Proprio davanti al cappuccino di cui sopra, si ferma una di quelle motorette a 3 ruote, con il cestino davanti e un signore sull'ottantina sopra, tra l'altro vestito di tutto punto: completo con giacca e pantaloni e sotto alla giacca un pullover rosso.
Si avvicina con, devo dire, una certa grinta al gruppetto di suoi coetanei 2 tavolini più in là, appoggiandosi ad un bastone tirato fuori da non so dove.
Gli amici del bar che lo stavano aspettando lo salutano chiassosamente in dialetto, che tradotto nella lingua corrente suona più o meno così: "beh Giovanni, hai un bel golfino oggi! Sembri un vero socialista!" scoppiando subito dopo in una risata ancora più chiassosa.
Erano anni che non sentivo questa battuta... Di questi tempi poi un po' mi ha fatto venire la malinconia. Mio padre la usava spesso in diverse occasioni, poi dev'essersi persa da qualche parte tra un Berlusconi e... un altro Berlusconi.
Tutto questo siparietto di goliardia anni 80, nel vero senso della parola, mi ha fatto sogghignare un bel po'; chissà cosa pensano i cinesi di noi italiani capaci di "perdere" così tanto tempo seduti al tavolino di un bar anche quando abbiamo finito il cappuccino da ore, come la sottoscritta, e a parlare dialetto e salutare per nome tutti quelli che vanno e vengono.

Ma ecco che il nostro Giovanni riprende la sua strada a cavallo della sua motorina elettrica rosso fiammante. Sale sul sedile, appende il bastone al poggia testa (ecco dove lo teneva) e mette in moto. 
Solo per tornare dopo qualche minuto, sedendosi però ad un altro tavolino, con altri amici a parlare d'altro.

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