mercoledì 29 gennaio 2014

Quando nasce una passione.

Finalmente.

Dopo tanti anni posso rivivere quella stupenda sensazione di impazienza che hai quando cominci qualcosa di nuovo, qualcosa che ti prende talmente tanto che conti i giorni che ti separano dal tuo nuovo appuntamento settimanale, e ti sembra un'eternità tale che ti causa quasi un malessere, ti provoca insoddisfazione.
Poi finalmente arriva quel giorno, ti svegli con già il sorriso e ti senti fremere dappertutto. 
Alla fine è solo un'ora, che se ne va come se fosse un minuto, ma che ti regala una dose di adrenalina pura nel sangue. Esci dalla palestra volando come una piuma nonostante lividi e male ai muscoli, ma con ancora tanta energia da poter ripetere tutto da capo immediatamente.
E poi, il giorno dopo, ritorna la sensazione di insoddisfazione, perché quell'ora a settimana non ti basta proprio.

Mi sento come 12 anni fa, quando cominciai con la bellydance. La stessa carica, la stessa bramosia di imparare tutto e subito, la stessa impazienza. 
Non credo che la pole dance possa darmi negli anni quello che la danza orientale mi ha dato, perché sarebbe impossibile, ma non vedo l'ora di vedere cosa e dove mi porterà.

venerdì 24 gennaio 2014

Promemoria

Promemoria nr. 1: ricordarmi che il mio istinto non mi ha praticamente mai tradito, quindi se mi dice che una persona mi sta pigliando per il culo e mi sta raccontando fregnacce è probabile che sia così.


Promemoria nr. 2: mandare a fare in culo la suddetta persona assicurandomi prima di averle fatto sapere quello che penso di lei, non risparmiando NULLA.

Promemoria nr. 3: cancellarla dalla mia vita.
Perché a me non mi si prende in giro. E sai perché? Perché sono più furba.

giovedì 12 settembre 2013

Impressioni di settembre.

Settembre.
E' questo il vero gennaio dell'anno, è qui che tutto ricomincia, che dovrebbero sprecarsi i buoni propositi, cominciare nuove attività, nuovi hobby, nuove passioni.
Settembre fa l'occhiolino ai nuovi inizi di tutto.
E' il mio mese, perchè a settembre compio gli anni, nella parte del mese che è ancora estate però e questo è il mio unico cruccio, perchè avrei adorato nascere il primo giorno d'autunno.
"Quando sei nata?"
"Il primo giorno d'autunno..." risponderei.
Enfatizzando anche i punti di sospensione.
Perchè settembre è così, è un puntino sospeso, un sospiro, una malinconia meravigliosa.
Le vacanze le hai già fatte, hai già capitalizzato le tue quote di sole e caldo e sudore e sale, e ora avverti lievemente che tutto intorno a te, gli alberi, gli animali, l'aria, sta cambiando e si sta preparando a spogliarsi di foglie, e vestirsi pesante e a diventare più fresco.

Io mi chiedo se possa esserci qualcosa di più poetico di questo.

Per apprezzare settembre, e l'autunno, ci vuole una sensibilità particolare che non è da tutti, ma che io molto orgogliosamente ho.
Perchè non è scontato. Non è un mese di vacanze, non è un mese di festività particolari, anzi è il mese in cui si ricomincia a sgobbare.
Ma è anche un mese di luce. La luce di settembre è unica, rossa, arancione, con una punta di marrone che ci suggerisce il colore delle foglie di qui a qualche settimana, è una luce calda nonostante la temperatura si sia abbassata dolcemente.
La caduta delle foglie poi è un autentico rito, si lasciano cadere cullandosi al vento, leggere e stanche si arrendono alla vita e si posano al suolo senza fare rumore.
E le viti, gonfie e cariche di uva, con le loro foglie rosse che al tramonto si incendiano di luce e ti fanno restare incantata a guardare la magia finchè il sole non è sparito del tutto.

No, non c'è nulla di più bello di questo.

venerdì 14 giugno 2013

Quello che avrebbe potuto essere.

Sono una scrittrice.

Mi sono trasferita in Toscana qualche anno fa perché mi sono innamorata di un casolare su una collina, così l'ho acquistato e l'ho arredato in perfetto stile country.
È piuttosto isolato, il vicino più vicino è a qualche chilometro di distanza ma io questo volevo: un posto tranquillo e silenzioso dove poter scrivere e seguire i miei personaggi e le loro storie che mi si intrecciano nel cervello. Più che inventare storie infatti io mi limito a mettere per iscritto quello che loro fanno e dicono, è così che loro vogliono e io posso solo limitarmi ad assecondarli.
Magari un giorno mi sveglio e penso che loro faranno x, e quando mi siedo a scrivere sul mio Mac sotto alla quercia dietro casa loro fanno y.
È il loro modo per dirmi che sono vivi e padroni del loro destino. A me non rimane che sorridere e chinare la testa.
Dopo pranzo di solito bevo un caffè e mi metto sul dondolo sotto al portico, abbracciandomi le ginocchia e lasciando cadere le ciabatte per terra; aspetto che Bobby venga a mordicchiarmene una accoccolandosi sotto al dondolo per una carezzina sul muso e mi godo il colore delle colline che si litigano la mia attenzione.
Poi torno a scrivere.
La sera, se ho voglia, con Bobby vado in paese dove la gente mi conosce poco ma nonostante questo mi vuole bene. Sono incuriositi da me, sanno che sono "quella che scrive" e vorrebbero tutti finire da qualche parte nei miei libri, come se potessi decidere io di chi scrivere...
La notte poi.. 
La notte le stelle sfilano tutte davanti la finestra della mia camera al piano di sopra, il gelsomino mi solletica il naso e mi canta una ninna nanna di altri tempi, di altre vite. Il vento leggero mi abbraccia e va oltre, non si ferma mai lui... La luna, quando ne ha voglia, illumina il davanzale della finestra mostrando la via alla piccola coccinella solitaria.
Dormo sempre con la finestra aperta.
Non posso lasciare fuori tutto questo.

martedì 4 giugno 2013

Socialismo da bar

Mentre aspetto che mi portino il cappuccino, mi godo l'arietta fresca che si infila sotto al portico del bar. Da qualche anno è gestito da una famiglia cinese e ammetto che sulle prime avevo qualche pregiudizio nel farmi servire un cappuccino da un asiatico, ma con molta soddisfazione ogni pregiudizio si è presto dileguato lasciando il posto ad una timida simpatia.

Proprio davanti al cappuccino di cui sopra, si ferma una di quelle motorette a 3 ruote, con il cestino davanti e un signore sull'ottantina sopra, tra l'altro vestito di tutto punto: completo con giacca e pantaloni e sotto alla giacca un pullover rosso.
Si avvicina con, devo dire, una certa grinta al gruppetto di suoi coetanei 2 tavolini più in là, appoggiandosi ad un bastone tirato fuori da non so dove.
Gli amici del bar che lo stavano aspettando lo salutano chiassosamente in dialetto, che tradotto nella lingua corrente suona più o meno così: "beh Giovanni, hai un bel golfino oggi! Sembri un vero socialista!" scoppiando subito dopo in una risata ancora più chiassosa.
Erano anni che non sentivo questa battuta... Di questi tempi poi un po' mi ha fatto venire la malinconia. Mio padre la usava spesso in diverse occasioni, poi dev'essersi persa da qualche parte tra un Berlusconi e... un altro Berlusconi.
Tutto questo siparietto di goliardia anni 80, nel vero senso della parola, mi ha fatto sogghignare un bel po'; chissà cosa pensano i cinesi di noi italiani capaci di "perdere" così tanto tempo seduti al tavolino di un bar anche quando abbiamo finito il cappuccino da ore, come la sottoscritta, e a parlare dialetto e salutare per nome tutti quelli che vanno e vengono.

Ma ecco che il nostro Giovanni riprende la sua strada a cavallo della sua motorina elettrica rosso fiammante. Sale sul sedile, appende il bastone al poggia testa (ecco dove lo teneva) e mette in moto. 
Solo per tornare dopo qualche minuto, sedendosi però ad un altro tavolino, con altri amici a parlare d'altro.

giovedì 8 marzo 2012

Quando gira male

Io non so se capita solo a me per qualche strano motivo, o se capita a tutti, o se capita a tanti.

Generalmente sono una che si incasina poco la vita, non mi sono mai capitate sfighe colossali o periodi neri neri tipo tunnel infinito senza luci all'orizzonte... Mi reputo una persona fortunata, con la testa sulle spalle e che quando fiuta i casini in lontananza cerca di cambiare strada.

Ma quando i casini capitano tra capo e collo, perchè magari arrivano da dietro e non si possono evitare, beh... in questo caso è come se forze sconosciute e concentriche vengano in mio aiuto.

All'inizio non le calcolo, penso che siano casi sporadici senza importanza. Poi me ne vedo arrivare altre un pò da tutte le parti, e sembra che mi parlino, che sussurrino (prima) e urlino (poi) di tenere duro, che piano piano andrà tutto a posto, che non sono sola ma lassù c'è qualcuno che veglia su di me.

E così mi sento in questo turbine di casino, nel quale la mia vita piano piano si sta stravolgendo e capovolgendo, ma io riesco a stare a galla, inspiegabilmente... Mi aggrappo a quello che trovo: ad una giornata di quasi primavera, ad una canzone allegro andante sentita milioni di volte ma che improvvisamente parla solo a me, ad una frase detta quasi per caso da un'amica ma che mi fa sentire importante, dalla stima che mi dimostra una persona conosciuta da poco, da una domenica tiepida al lago che mi permette di mettere il cappottino rosa da mezza stagione, dal tordo che si affaccia sul davanzale dell'ufficio, il nuovo numero della mia rivista preferita appena uscito in edicola...
E tante altre cose che sono qui intorno a me e che aspettano di farsi acchiappare.

Lo so che sei Tu, c'entri sempre Tu quando succede così.

lunedì 5 dicembre 2011

Sull'umiltà

Mi girano le balle quando mi rendo conto che agli altri non importa tanto quanto importa a me.
Ti impegni, ci tieni da morire, ti fai i tuoi calcoli e i tuoi progetti, ci perdi del tempo, ci perdi delle energie, e agli altri non gliene frega un cazzo.
Un emerito cazzo.
Tanto c'è sempre qualcuno che ci mette una pezza, c'è sempre qualcuno da seguire se ti scordi dei pezzi, c'è sempre qualcuno che sta un passo avanti a te e ci mette la faccia, ci mette del suo, ci mette l'impegno. Facile lasciarsi trasportare dalla corrente, farsi gli affari propri e lasciare che siano gli altri a fare tutto, facile anche darsi della merda pensando di essere più bravi degli altri. Certo, se fosse così, ben venga.
Ma non lo è.
Pensare di essere più bravi degli altri è il primo step verso l'insuccesso, perchè smetti di essere umile e smetti di imparare e di correggerti. E mi sta sul cazzo... Va bene divertisti, va bene essere amici e contenti, ma quando c'è da lavorare, bisogna lavorare, e non bisognerebbe predere le critiche sul personale.
Sei fai cagare, te lo voglio poter dire senza che ti incazzi e se io faccio cagare vorrei che me lo dicessi.

Mi auto-concedo queste parolacce, perchè con tutta la buona volontà del mondo non riesco a farne a meno stasera.